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Maturità. Castelbianco: Sarà fondamentale la gestione dei colloqui docenti-studenti

Il direttore dell’IdO riflette sulle conseguenze che la pandemia avrà sui 'maturandi 2020'

Il 2020 è anno particolare per tutti, per la scuola, per gli insegnanti e per i maturandi che tra un mese affronteranno il fatidico esame di Stato. “È chiaro che i maturandi 2020 avranno una prova d’esame diversa dagli altri anni, ma sarà fondamentale il modo in cui si svolgerà l’esame. I ragazzi dovranno dare prova di maturità e i docenti avranno solo un colloquio per valutarli. Questo colloquio da una parte dovrà consentire agli insegnanti di capire gli studenti, dall’altra dovrà consentire agli studenti di esprimere il proprio pensiero, la propria maturità, ossia di tirare fuori ciò per cui hanno studiato e che renderà il colloquio un esame vero e non semplicemente un aiuto a passare l’anno”. Parte da questa considerazione Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) e psicoterapeuta dell’età evolutiva, per riflettere sulle conseguenze che la pandemia avrà sui ‘maturandi 2020’.

In questo contesto il voto “starà proprio a  indicare la partecipazione e lo studio del ragazzo- sostiene ancora Castelbianco- i docenti dovranno riuscire a far capire, anche ai genitori e a chi sta accanto agli studenti, che i ragazzi non hanno fatto un mero atto di presenza, ma hanno partecipato a un esame dove si sono messi in gioco.  Non è importante semplicemente la nozione, perché è chiaro che studiare in questo periodo è molto più complicato degli altri anni- ricorda lo psicoterapeuta- quindi forse da una parte c’è una facilità, ma dall’altra c’è anche una grande difficoltà, e di questa va preso atto”.

Di fatto l’esame di maturità ha sempre avuto un valore simbolico, visto come un ‘passaggio esistenziale’, un tappa evolutiva nel percorso di crescita di ogni individuo. Quest’anno avrà lo stesso valore? “Per un motivo o per un altro i ragazzi abbandoneranno la loro routine quotidiana, andranno al lavoro o all’università. Il criterio- rassicura il direttore dell’IdO- è che devono chiudere il passaggio delle scuole in modo sano ed equilibrato. Questo potrà consentirgli di rivedere il proprio capitolo di vita da ‘scolari’, per passare poi a quello da studenti universitari, che rappresenterà un altro modo di vivere lo studio. Forse più che i ragazzi, questo compito spetterà alla scuola”.

E sulle esperienze mancate come, per esempio, il classico viaggio post esame, Castelbianco aggiunge: “I maturandi del 2020 hanno vissuto mesi di chiusura in casa, un’esperienza che quelli degli altri anni non hanno provato. Non dobbiamo prendere solo cos’è  stato dato in più o cosa è stato tolto dalla pandemia- conclude- perché i ragazzi hanno fatto un’esperienza di vita così forte, che veramente già questo è stato un esame di maturità”.

18/05/2020